21 novembre 2013

Bedtime Sketches 1

  I "Bedtime Sketches" sono quei bozzetti che realizzo quando invece dovrei andare a dormire. In alcuni - molti - casi, la mancanza di sonno si nota. In tutti i casi, comunque, sono disegni rivolti rigorosamente a un pubblico adulto, non bigotto e possibilmente anche in grado di comprendere quello che scrivo come accompagnamento a un sesso esposto. Spero che chi legge sia in grado di vedere oltre l'ovvio, perché ogni volta che disegno qualcosa ho anche qualcosa da dire... Contenuto e senso, poi, sono aperti alle discussioni.
  In tempi tanto lontani da non riuscire a collocare il punto d'origine, mi creai un personaggio, che da allora è sempre stato il mio personaggio per tutta una serie di motivi che meriterebbero un delirio a parte.
  Non era niente di speciale, e soprattutto si è sempre trattato di un personaggio piuttosto "sterile": era una maga elementalista, ma non sono mai riuscita a giocarla in un GdR (tentai con le classi magiche di D&D ma non le ho mai trovate granché soddisfacenti), né diventò mai protagonista di un mio fumetto come avrei sempre voluto (le mie capacità di scrittrice/sceneggiatrice sono rasenti allo zero). Rimase solo il soggetto di un gran numero di bozzetti e l'oggetto delle morbose attenzioni di un paio di giocatori di PbF (Play by Forum, per coloro che si fossero salvati da questa orribile usanza).
  Fu proprio in queste ultime, imbarazzanti occasioni che cominciai a calcolare come avrebbe potuto essere la versione erotica del mio personaggio.
  I viscidi giocatori di cui sopra offrirono, tramite il loro narrare, due opzioni di scenario erotico che scartai il più presto possibile.
  Il primo, un ragazzino dell'età in cui i neuroni migrano in massa verso il pene e lasciano la scatola cranica a impolverarsi, aveva letto da poco il capitolo dell'Eclissi di "Berserk": vi lascio immaginare i fiumi di romanticismo. Credo che in quel momento capii come mai il Moige ce l'ha tanto coi manga.
  Il secondo, un coetaneo che ho lasciato troppo a lungo a stagionare nella mia vita prima di liberarmene, imprimeva alla sua interpretazione quel non so che di "tormentato seduttore" che alla fine, in un modo o nell'altro, riesce a sottomettere la donna oggetto dei suoi desideri. Insomma, una roba alla "50 sfumature" ("demmerda", direbbe qualcuno). C'era di che rimpiangere Griphis.
  Sto parlando di tempi in cui di sesso non ne sapevo proprio niente, e prendevo ciò che mi veniva prospettato senza pregiudizio, come chi dice "mah, non mi convince ma mettiamo da parte, magari prima o poi mi tornerà utile". Il mio personaggio si evolveva di pari passo, e veniva disegnato sempre come una ragazzina acqua e sapone dall'appeal passivo, un po' da protagonista ipocrita di fumetto per ragazze: "sono una ragazza di sani principi, quindi, per favore, aprimi come una mela ma sii gentile!"
  Diciamo che, col passare del tempo, il personaggio non ha perso l'innocenza, ma ha soltanto ammesso di averla persa in tempi molto più remoti di quanto una comune ragazza di sani principi vorrebbe ammettere...
  Questo è il primo disegno in assoluto che ritrae il mio personaggio in maniera così "esposta", e in qualche modo corrisponde di più a quello che sarebbe il suo carattere adesso in merito di sensualità: consapevole, serena e disinibita quel che basta a rendere una donna soddisfatta di se stessa. Quello che è successo nel frattempo al personaggio per farlo diventare così... bè, questo post è già troppo lungo, no?
  Solo una nota bizzarra a chiusura. Di solito, le versioni erotiche dei personaggi dei manga escono nel circuito clandestino dei fan dopo la pubblicazione dei volumi: in questo caso, il personaggio fa un'uscita pubblica di carattere erotico senza averne mai avuta una ufficiale.
  E, temo, questa resterà la sua uscita pubblica ufficiale...


20 novembre 2013

Fiori si nasce

  Vale la pena di spendere due parole per spiegare il titolo di questo blog, anche solo per cercare di dare un senso a una scelta che altrimenti sembrerebbe una bimbominkiata qualsiasi.
  Molti anni or sono (ormai più di quanti voglia ammettere) ero ancora una studentessa universitaria spensierata, senza idea di quel che mi avrebbe aspettato in futuro, in particolare del numero di figure di merda che mi sarei procurata in completa autonomia. Eppure, a quel tempo mi lamentavo già, nonostante la mia più grande preoccupazione fosse il tedio che mi infliggevano le lezioni di economia aziendale e linguistica. A pensarci ora, mi meriterei una doccia di sputi.
  Comunque sia, il mio più grande sollievo durante tutta la mia carriera universitaria fu indubbiamente portato da una mia collega, coetanea e concittadina. Oltre a punzecchiarmi quel tanto che bastava a non farmi scivolare nel coma durante le lezioni, allietava le mie giornate con ogni sorta di battute e rendeva più sopportabile anche il persistente sfottere da parte della percentuale perugina di altri colleghi universitari. Insomma, grazie a lei ridevo e sorridevo tutti i giorni, e questo è già più di quanto abbia la maggior parte delle persone.
  Tra i motivi di grande divertimento di entrambe c'era il riferirsi l'una all'altra con un modo di dire ternano (da bimbaminkia, a ben pensarci): "GUARDA CHE NON SI' UN FIORE". Tradotto: non ti vantare, che non sei un granché né nell'aspetto né nei modi. 
  Nello sforzo di cercare un corrispettivo del pungente ed essenziale dialetto ternano in un'altra lingua, finimmo per storpiare il tedesco al punto da arrivare a gridarci "NICHT BLUMEN" da una parte all'altra del corridoio. Non state a cercare un senso in tutto questo, specialmente se conoscete il tedesco: il nostro percorso mentale non ha logica più di quanto non l'abbia il decadimento cellulare da Alzheimer.
  Questo delirante appellativo è rimasto una costante negli anni, rievocato ad ogni incontro, come il saluto segreto di due sopravvissuti di un'antica tribù finita dispersa in una diaspora. Una specie di nostalgico e immortale richiamo all'idiozia, insomma.
  Negli ultimi tempi stavo giusto ragionando sul rinnovamento del blog e sui suoi eventuali contenuti, ma soprattutto era da tanto che ero indecisa sul titolo e volevo qualcosa di conciso ed essenziale. Non necessariamente comprensibile.
  All'ultimo incontro con la mia ancora di salvezza da universitaria, le rivelai l'idea che mi aveva fulminato più di recente: usare il nostro "NICHT BLUMEN" per intitolare il mio blog.

  "IO TE DENUNCIO", fu la sua risposta.

  Come trampolino di lancio pubblicitario, non è affatto male, no?
  So che un giorno lei leggerà questo post e, se non avrà a portata di mano abbastanza soldi per far partire l'azione legale, sorriderà con dolcezza insieme a me, in memoria dei bei vecchi tempi.
  E già da allora avevo capito che non sono nata fiore. 
  La grazia è una qualità innata, e non era tra i pezzi in dotazione del mio modello. Non sarò mai un fiore, né nella forma fisica né in quella mentale. 
  Ma posso provare ad avvicinarmici.
  Un giorno profumerò, un giorno sarò colorata, un giorno produrrò qualcosa di utile e succoso, come un bel frutto.
  Basta provarci ogni giorno, no?