23 novembre 2014

Amabili Resti - 1: Ciambellautunno

  No, non ho visto il film con questo nome e no, non ne so quasi niente. Ricordo solo che la protagonista ha un nome impronunciabile e il faccino da elfa. È solo che questa è la prima locuzione che mi è venuta in mente cercando un nome agli articoli di questo blog che parleranno di cucina. Perché se è vero che ogni tanto mi diletto a cucinare, è altrettanto vero che spesso la mia idea per farlo parte dall'esigenza di dare un senso ai rimasugli che languono in frigo o nella credenza. È genetico il mio odio per lo spreco, perciò di solito quando mi entra in circolo l'estro di produrre qualcosa lo faccio pensando a una ricetta che contenga qualcuno di questi "amabili resti". Ancora commestibili, che diamine. Anche se, lo ammetto, un paio di volte ho scoperto che "preferibilmente entro" significa "dai, un altro paio di giorni riusciamo a strapparglieli". 

  Oggi dunque mettiamo in forno un ciambellone dai sapori autunnali, i miei preferiti dell'anno, anche se maledettamente calorici. Una precisazione necessaria: non ho pretese di insegnare niente a nessuno, anzi, le improvvisazioni che mi concedo in corso d'opera spesso risultano in imbarazzanti esperimenti che estorcono sorrisi contorti alle mie vittime. 

  Prendete per cominciare tre mele, di quelle che stanno facendo le grinze nel cassetto del frigorifero come la strega di Biancaneve. Se non sono proprio malridotte, saranno mature e buonissime. Giustificate in questo modo la vostra riluttanza a una dieta sana, scopo a cui le sopracitate mele furono acquistate in primo luogo. Sbucciatele e tagliatele a pezzetti, poi bagnatele col succo di limone per non farle annerire e mettetele da parte.

  Salvate dall'ingiusta morte in frigo anche 3 uova, vi ringrazieranno in eterno. Almeno fino a quando non le romperete per separare i tuorli dalle chiare. Montate queste ultime a neve con un pizzico di sale; più sono fredde e più la neve verrà soda. Mettetela da parte, poi sbattete i tuorli con lo zucchero... 150 g di zucchero, poi vi rendete conto che lo zucchero bianco è finito, rosicate un po', ma solo un po' perché intanto ci avete messo altri 100 g di zucchero di canna. Ecco, vedete come dissimulare l'inefficienza con la creatività. Lo fanno tutti gli artisti, tocca stacce. L'impasto ne risulterà meno gonfio e spumoso ma, alla fine della cottura, molto più aromatico. Prossimamente si proverà anche col miele.

  Intanto sciogliete 100 g di burro e lasciatelo freddare. Se non avete un microonde, ahimè l'amico di tutti i cuochi single, pigri e paraculi, vi toccherà farlo a bagnomaria. Quando sarà freddo mescolatelo bene allo zabaione.

  Incorporate delicatamente gli albumi all'impasto poco per volta, con un cucchiaio. Riguardate bene la ricetta originale e noterete che vi dice di aggiungere prima gli albumi e poi il burro: grandissima cazzata. L'impasto dovrà poi subire altri rimescolamenti dopo, e più gli albumi vengono schiacciati e meno ha senso metterceli. 

  Ribellatevi di nuovo alla ricetta che dice di setacciare 300 g di farina e optate invece per una più anarchica miscela di 200 g di farina 00 e 100 g di fecola. L'impasto prevede più avanti l'aggiunta di noci triturate, e se la farina è più leggera è preferibile, altrimenti il ciambellone rischia di diventare soffice come un pneumatico di camion. Aggiungete al mix di farine anche il lievito e mescolate tutto con passione. 

  Ignorate il dolore alle mani dato dal tunnel carpale e i pensieri morbosi riguardo persone che non dovrebbero più far parte dei vostri schemi mentali. Ogni piccolo momento creativo è buono e fine a se stesso, e migliora l'esistenza anche solo di un milligrammo.
  Triturate quei 200 g di noci che vostra madre vi ha regalato, parte di una quantità disumana che ella continua a conservare nel congelatore e a spacciare di tanto in tanto, residui degli gnocchi di Natale che ogni anno ci allietano. Se il trito non viene omogeneo meglio così, sarà piacevole trovare qualche briciola di noce ancora intatta nell'impasto. Un po' meno lo sarà addentare un pezzo di guscio, cosa che alle volte accade se le noci sono state sgusciate a casa, e che è appena accaduta a voi quando la gola vi ha imperativamente ordinato di assaggiare l'impasto. Fate una cosa buona per i vostri ospiti e avvisateli, meglio una figura di merda prima che i pianti dopo.

  Aggiungete all'impasto finalmente anche le mele, versate tutto in uno stampo a ciambella e infornate a 180°C per 40 minuti. Meglio uno stampo più grande che uno più piccolo, perché l'impasto è compatto ma cresce un bel po', quindi occhio all'effetto Vesuvio. 

  Mentre il dolce cuoce, cercate inutilmente di farvi cedere il posto dal vostro fidanzato alla PS3 e piuttosto mettetevi a scrivere cazzate sul blog, a caso. Tipo questa. 

  Una volta sfornato e sformato il dolce, ancora bello caldo, fatevi cogliere da un lampo di genio (sperando che non vi secchi sul posto) e complimentandovi per il vostro genio salvate un altro Amabile Resto dal frigo: un microvasetto di miele di castagno usato per una libagione a base di formaggi. Scaldatelo e spennellateci tutta la superficie del dolce.

  A questo punto rimane soltanto attendere che si freddi. Mangiatevelo con i piedi al caldo, accompagnato da una tisana ai frutti autunnali e una persona a cui volete veramente bene.


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